venerdì 30 novembre 2007

Crisi dei Taxi

Nuovi disagi nella circolazione dei taxi.
Dopo il blocco organizzato mercoledì a seguito dell’incontro, in Campidoglio, tra il Sindaco di Roma, Walter Veltroni e i rappresentanti dei tassisti, anche ieri ci sono stati nuovi presidi che hanno rallentato la viabilità pubblica.
Due giorni di protesta (mercoledì e giovedì) da parte della categoria che non si è dichiarata disponibile a trattare sulla la proposta, fatta da Veltroni, di associare ad un aumento delle tariffe del 18%, anche la presenza di 500 nuove licenze.
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Già da tempo lo scontro tra il Segretario del Pd e la categoria, è apparso complesso: Veltroni da tempo vuole un aumento delle licenze ed una diminuzione dei costi tariffari per venire incontro ai consumatori e turisti,che sono una risorsa economica fondamentale per le casse del Campidoglio; i taxi invece sono contrari ad un aumento delle auto bianche e ad una diminuzione delle tariffe, chiedendo differentemente maggiori garanzie sulla sicurezza e il miglioramento della viabilità attraverso le corsie preferenziali.
Ancora una volta le parti si trovano in disaccordo ed ancora una volta sono scattate le giornate di fermo volontario.
Centro quasi paralizzato ieri, con Piazza Venezia in stallo e 30 linee atac deviate, ma anche nelle zone extra-urbane la circolazione ha subito forti rallentamenti: niente taxi ieri, in mattinata, nell'aeroporto di Fiumicino, e nel pomeriggio nello scalo di Ciampino.
Solo dopo l’incontro a Palazzo Valentini con il Prefetto di Roma, Carlo Mosca, si è smobilitato il Presidio in Piazza del Campidoglio, anche a seguito della promessa di un nuovo incontro con Veltroni.
Secondo Giuliano Falcioni, Segretario Nazionale Ciisa, i tassisti <>.
Per l'Assessore capitolino alla Mobilità, Mauro Calamante invece <>.
Difatti nella giornata di mercoledì, durante la protesta alcuni cassonetti erano stati gettati a terra ed un fotoreporter spintonato.
La Commissione di garanzia sugli scioperi ha chiesto al prefetto di Roma la precettazione dei tassisti e l'individuazione degli organizzatori della manifestazione.
Immediate le reazioni nel mondo politico con il Ministro per lo Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, che già più volte ha avuto forti contrasti con la categoria: manifestazioni come quelle dei tassisti sono <>.
Nel centro-destra solidarietà invece alla categoria, da sempre vicina ad An ed a Alemmano.
Cigl, Cisl e Uil si sono invece dissociati dalla protesta, chiedendo però una maggiore concertazione.
Nel frattempo Roma è ferma considerando che con lo sciopero generale dei trasporti indetto per oggi, uno sciopero dei taxi potrebbe significare il blocco totale della circolazione nella città.

Pubblicato su La Provincia Cosentina di oggi

lunedì 26 novembre 2007

Riflessione sul mondo del calcio

Riflettere sulla morte di Gabriele Sandri e su quello che si è scatenato immediatamente dopo, significa riflettere necessariamente sulle trasformazioni che il mondo dello calcio sta vivendo da alcuni anni a questa parte.
Tralasciando il tema della "mercificazione" di uno sport tanto amato e dei suoi protagonisti, trasformati in macchine da soldi invece che in esempi, l'analisi si dirige sul mondo della tifoseria, quello che è, o dovrebbe essere, l'aspetto sano dello sport.
Amare la propria squadra, seguirla, sostenerla è il vero principio che dovrebbe spingere la tifoseria nell'essere tale, ma i fatti successivi alla morte del tifoso, così come la morte dell'agente Filippo Raciti, a Catania, fa intravedere un malessere diffuso ed un problema concreto.



La soluzione non si trova dietro l'angolo, non si può dare solo la colpa e poi non ammettere le proprie, non si può giudicare e poi nascondersi per non essere giudicati.
Il problema è concreto perchè si è diffusa una cultura dello sport che non è più tale...tutto è portato all'esasperazione...
I CLUB comprano "Uomini", ne fanno divinità, che in quanto tali si sentono onnipotenti e smettono di dare un "buon esempio", o nel peggiore dei casi danno un esempio negativo.
Il calcio non è più un gioco ma un mondo di affari, una realtà malsana che si ramifica in quella parte della tifoseria stupida e violenta, che crede di essere un buon tifoso solo perchè massacra di botte il tifoso avversario...
Si devono trovare soluzioni concrete, leggi per la sicurezza più severe, ma si deve ricostruire in primo luogo una cultura dello sport che parta dalla solidarietà, perchè non tutte le forze dell'ordine sono violente, non tutti i tifosi sono violenti, non tutto il mondo del calcio è da buttare.


Il Secolo







sabato 10 novembre 2007

La destra di Storace

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Si terrà fra oggi e domani l’assemblea costituente de “La Destra” il partito di Francesco Storace nato in seguito ai contrasti tra l’ex presidente della Regione Lazio ed il leader di An, Gianfranco Fini.
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Il manifesto del Partito è chiaro e si riferisce al possibile ingresso di An nel Ppe, uno dei principali punti di contrasto fra Storace e Fini.
Sin dalla sconfitta alle elezioni regionali del Lazio, nel 2005, i rapporti fra i due politici si sono lentamente deteriorati, con l’ex Ministro della Salute che denunciava scarsa democrazia all’interno di An ed una progressiva perdita dei valori che avevano caratterizzato il partito dalla svolta di Fiuggi.
Non l’ennesimo “ad personam”, dunque, ma una nuova forza politica in grado di ridare alla destra la propria identità.
Principi fondanti del movimento sono: la contrarietà alla “cultura della morte”, con un no netto all’eutanasia, alle manipolazioni genetiche e ricerche sugli embrioni e la revisione nelle applicazioni della 194; tutela della famiglia; lavoro e lotta al precariato; meno tasse; tutela dell’ambiente; sviluppo delle infrastrutture; il riconoscimento giuridico dei partiti; riforma in senso Presidenziale del sistema politico; riforme Costituzionale e della pubblica amministrazione; sicurezza.
Quest’ultimo sarà di certo una fra i temi principali che verranno trattati in assemblea, anche a seguito dei fatti di Tor di quinto e del conseguente pacchetto sicurezza del Governo: <>.
Sul tema numerose le proposte, fra cui: limitare in modo drastico l’ingresso in Italia di persone provenienti da paesi extracomunitari per almeno due anni; bloccare ogni nuova sanatoria che preveda la regolarizzazione di chi si trova in Italia in stato di clandestinità e dichiarare “reato” l’ingresso clandestino sul territorio nazionale per il quale viene decretata l’immediata espulsione; istituire una sorta di “Carta di soggiorno a punti” dalla quale scalare un punteggio ogni qualvolta viene commesso un reato commisurato alla gravità, colposa o dolosa, del reato stesso, al cui esaurimento viene prevista l’espulsione; istituire accordi con tutti i paesi di origine per cui la pena detentiva per reati gravi commessi in Italia viene scontata nel paese d’origine; mantenere vigente l’attuale periodo minimo per la richiesta della cittadinanza italiana.
Durante l’assemblea interverranno le principali personalità del partito, che ha già una piccola presenza sia alla Camera, con 3 deputati, che al Senato, con altri 3 parlamentari, i quali, data le distanze numeriche minime fra maggioranza ed opposizione a Palazzo Madama, potrebbero diventare decisivi, come già successo nelle giornate di voti sulla nomina Fabiani-RAI.
Inoltre, nel pomeriggio di oggi, è previsto l’interevento di Silvio Belusconi, segno della volontà del leader dell’opposizione di avere Storace nella Casa delle Libertà.
Nella realtà dei fatti la nascita di “La Destra” potrebbe costituire solo un momento di transizione per il partito, data la possibilità, neanche troppo remota, di un cambiamento nel sistema elettorale.
Fini e Veltroni sono fra i sostenitori del maggioritario alla francese che, di fatto, significherebbe la “fine dei partititi” e processi di aggregazione fino alla creazione dei partiti unici. Di conseguenza l’uscita di Storace da An potrebbe essere solo temporanea.
Anche se la riforma dovesse essere in senso proporzionale sul modello tedesco, “La Destra” dovrebbe nuovamente cercare un approdo comune, ed anche in questo caso il Partito delle Libertà, con Fi ed An, sarebbe una via quasi obbligata.
Nell’assemblea, Portavoce per la Calabria è Gabriele Limido, già esponente nazionale di An, Consigliere Regionale del Lazio tra il 1995 ed il 2005, Presidente Provinciale di An Cosenza dal 1999 al 2004.


Articolo pubblicato su La Provincia Cosentina di oggi

venerdì 9 novembre 2007

Why...?...Not?

La procura generale di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del pm Luigi De Magistris contro l'avocazione dell'inchiesta Why Not...che batosta...

Il Secolo

Capire e Ricordare per Evitare che Risucceda

9 morti in una scuola finlandese...
dalla Columbine in poi sono state 6 le stragi nei soli Stati Uniti, 9 dal 1966 in poi...
Come è possibile che questi fatti avvengano? ; e come è possibile che avvengano proprio nei posti in cui i ragazzi dovrebbero apprendere il vivere civile, il vivere insieme?
C'è qualcosa che va compreso meglio, ci devono essere della ragioni più profonde, delle problematiche più complesse... Un rapporto malsano tra istituzioni scolastiche e studenti; l'incapacità delle scuole di riformarsi secondo le esigenze delle nuove generazioni; un fattore x nei ragazzi di oggi...
Vi è di certo una problematica che spesso viene sottovalutata e di cui si parla solo quando un "nuovo video" esce su you tube...
Le scuole di oggi, in molti casi, rispecchiano in pieno il peggio della società moderna: la presunzione, la prevalicazione, la chiusura mentale,l'uso della violenza, l'indifferenza... .
E' difficile spiegare ed è impossibile dare giustificazioni a gesti così assurdi...ma vi ricordate il video del ragazzo disabile picchiato ed umiliato dai propri compagni? vi ricordate il ragazzino che si è suicidato perchè andava "troppo" bene a scuola? e vi ricordate... ?
Immaginate di essere voi quei ragazzi...subire tutti i giorni queste violenze...cosa pensate?
La violenza di qualsiasi tipo è sempre, per tutti, UNA MERDA...

Il Secolo









lunedì 5 novembre 2007

Una vittoria come punto di partenza

Una vittoria che non costituisca un fine ma il continuarsi di un cammino concreto e costante di lotta all'illegalità.
L'arresto di Salvatore Lo Piccolo, il boss dei boss di cosa nostra a Palermo è sicuramente un nuovo importantissimo passo in avanti nella lotta alla criminalità organizzata, ma la riflessione deve essere più profonda e meno ottimista...
C'è un problema, difatti, che costituisce la vera falla del sistema di diritto ed il vero punto di forza della mafia italiana...la mancanza, in special modo nel mezzogiorno, di una cultura della legalità diffusa che nasca da una forte presenza dello Stato.
Il cittadino, in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, da troppo tempo ed in modo troppo disinteressato è stato abbandonato a vivere in un ambito sociale difficile, complesso, in alcuni casi invivibile.
I Ragazzi di Locri, gli Imprenditori che si rifiutano di pagare il Pizzo, la parte Buona della società, con le loro azioni sono il segno di una voglia di cambiamento forte, sicuramente più forte della mafia, ma sono anche il segno di una voglia di riscossa "individuale" che nasce dalla percezione dell'assenza dello Stato.
Si può dire ciò che si vuole, si può fare demagogia politica, ma la realtà è questa...nelle strade di Napoli, Palermo, Cosenza, l'ombra dell'illegalità è spesso più presente della concretezza dello Stato...e così il cittadino ha paura e la paura è la vera forza della Mafia.
La paura crea omertà, la paura crea il silenzio, crea l'invisibiltà...e non si può combattere ciò che non si vede.
Il discorso è complesso è troppo ampio....la mafia va combattuta costantemente e non bastano solo gli arresti. La lotta all'illegalità deve muoversi su un continuum di azioni mirate: in primo luogo l'attacco frontale alla struttura mafiosa, con arresti e controlli continui, soprattutto là dove sono presenti grandi interessi economico-finanziari;
In secondo luogo la politica deve creare i presupposti per un concreto miglioramento della qualità della vita dei cittadini, attraverso la crescita dell'occupazione, della ricchezza, con una sanità che funzioni, perché spesso l'affiliamento mafioso nasce dalla "difficoltà"...;
Infine creare una vera e diffusa cultura della legalità, partendo dall'inseganemto scolastico.... si deve far capire alle future generazioni che "l'illegalità" è il cancro della società e non vi è ne libertà ne possibilià di sviluppo individuale o collettivo in uno stato di non diritto.
E' sicuramente troppo facile parlare... ma in alcuni casi è stato anche troppo facile far finta di niente...

Il Secolo