domenica 2 dicembre 2007

La Sorbona e le rivolte studentesche

La chiusura della Sorbona, a seguito dei violenti scontri scoppiati tra polizia e studenti(i quali manifestavano contro il progetto di riforma dei regimi speciali di pensione, voluto da Nicolas Sarkozy) deve nuovamente aprire una discussione più ampia sul tema del rapporto tra libertà di espressione delle proprie idee e violenza, ed è una strana coincidenza che proprio in questi giorni si stia discutendo sul peso che le rivolte del 68 hanno avuto sul terrorismo degli anni di piombo.
Partendo dal presupposto che ogni forma di violenza sia sempre, e comunque, sbagliata, non si può non riflettere su un aspetto fondamentale: le rivolte studentesche, e dunque dei giovani, sono comunque il segno di un malessere diffuso nel presente, che se non analizzato, sarà il malessere della cittadinanza anche nel domani.
Parigi è da sempre punto di partenza di cambiamenti epocali, così come già avvenuto nel 68, ma il come queste trasformazioni si potrebbero realizzare non può essere lasciato al caso.
Quando si costringe un individuo in "regimi" che l'individuo stesso non è in grado, o non vuole comprendere, spesso questo reagisce in modo violento...aggressivo e distruttivo verso se e verso la realtà che lo circonda.
Non vi è democrazia e stato di diritto in questo...Il Manifestare la propria contrarietà è un diritto, se questa contrarietà è costruttiva, ed in tal caso è un dovere per chi governa Ascoltare.

IL Secolo