giovedì 25 ottobre 2007

Comunità montane

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Oltre 30 mila persone, provenienti da tutti i comuni montani italiani, hanno manifestato ieri, a Piazza Venezia, la propria contrarietà ai tagli delle comunità montane previsti dalla prossima finanziaria.
L’evento, organizzato dall’Uncem, insieme a Federbim, Legautonomie, Cai, Federforeste e dalle principali sigle sindacali, ha voluto rivendicare la dignità ed i diritti delle aree montane.
Il Presidente Regionale della Val D’Aosta, Dino Vierin, che ha presieduto l’evento ha affermato: <>.
Le preoccupazioni di cui parla il Governatore sono frutto degli articoli 13 e 16 della finanziaria 2008. Questi articoli prevedono la riduzione delle comunità montane e delle risorse stanziate a riguardo. Secondo l’Uncem, il risparmio di 66 milioni di euro (56 ricavati dal taglio dei costi della politica e 10 dal personale), previsto con la riduzione delle comunità montane, non può essere realizzato poiché i comuni che il Governo stima di espellere, tagliando 105 comunità montane, sono 1.978.
Considerato che ogni comune esprime 3 consiglieri, 2 di maggioranza e uno di opposizione e che la giunta è composta da un terzo del consiglio, il taglio riguarderebbe circa 7.900 unità con un conseguente risparmio di 33 milioni di euro e non di 56.
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Il territorio montano, ossia il suolo ad un’altezza superiore ai 500 metri dal livello del mare, costituisce, sotto vari aspetti, un risorsa non solo naturalistica ma anche economica di grande rilevanza.
Attraverso il turismo e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, prima fra tutte l’acqua, direttamente o indirettamente il territorio montana produce, secondo l’Uncem, il 17% del Pil nazionale.
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<< Non si deve confondere il concetto di spesa con quello di investimento -ha detto Augusto Cianfone a nome delle sigle sindacali unite- noi vogliamo comunità montane efficienti, con assetti territoriali omogenei e con gestioni consorziate dei servizi. Si deve promuovere una legislazione federalista che aiuti nello sviluppo della specificità della montagna>>.
A concludere la manifestazione l’intervento del Presidente Uncem, Enrico Borghi: <>.
Pur essendo le comunità montane una realtà pubblica da riformare, ci sono questioni che non possono essere eluse; in primo luogo la necessità di avere soggetti pubblici sovra-strutturali, capaci di attuare concrete politiche per la montagna, nel rispetto delle normative comunitarie e del Protocollo di Kyoto.
In Calabria ci sono 26 comunità montane la cui chiusura, congiunta a quella della Afor e Arssa, nei fatti, potrebbe significare un processo di “ghettizzazione” delle realtà montane, da sempre rappresentative della cultura popolare della nostra regione.
Inoltre lo sviluppo dell’area montana potrebbe rappresentare un’occasione di crescita economica, decisiva per “l’uscita” della Calabria dalla zona dell’Obiettivo 1.

Articolo pubblicato su La Provincia Cosentina di oggi

Il Secolo