lunedì 5 novembre 2007

Una vittoria come punto di partenza

Una vittoria che non costituisca un fine ma il continuarsi di un cammino concreto e costante di lotta all'illegalità.
L'arresto di Salvatore Lo Piccolo, il boss dei boss di cosa nostra a Palermo è sicuramente un nuovo importantissimo passo in avanti nella lotta alla criminalità organizzata, ma la riflessione deve essere più profonda e meno ottimista...
C'è un problema, difatti, che costituisce la vera falla del sistema di diritto ed il vero punto di forza della mafia italiana...la mancanza, in special modo nel mezzogiorno, di una cultura della legalità diffusa che nasca da una forte presenza dello Stato.
Il cittadino, in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, da troppo tempo ed in modo troppo disinteressato è stato abbandonato a vivere in un ambito sociale difficile, complesso, in alcuni casi invivibile.
I Ragazzi di Locri, gli Imprenditori che si rifiutano di pagare il Pizzo, la parte Buona della società, con le loro azioni sono il segno di una voglia di cambiamento forte, sicuramente più forte della mafia, ma sono anche il segno di una voglia di riscossa "individuale" che nasce dalla percezione dell'assenza dello Stato.
Si può dire ciò che si vuole, si può fare demagogia politica, ma la realtà è questa...nelle strade di Napoli, Palermo, Cosenza, l'ombra dell'illegalità è spesso più presente della concretezza dello Stato...e così il cittadino ha paura e la paura è la vera forza della Mafia.
La paura crea omertà, la paura crea il silenzio, crea l'invisibiltà...e non si può combattere ciò che non si vede.
Il discorso è complesso è troppo ampio....la mafia va combattuta costantemente e non bastano solo gli arresti. La lotta all'illegalità deve muoversi su un continuum di azioni mirate: in primo luogo l'attacco frontale alla struttura mafiosa, con arresti e controlli continui, soprattutto là dove sono presenti grandi interessi economico-finanziari;
In secondo luogo la politica deve creare i presupposti per un concreto miglioramento della qualità della vita dei cittadini, attraverso la crescita dell'occupazione, della ricchezza, con una sanità che funzioni, perché spesso l'affiliamento mafioso nasce dalla "difficoltà"...;
Infine creare una vera e diffusa cultura della legalità, partendo dall'inseganemto scolastico.... si deve far capire alle future generazioni che "l'illegalità" è il cancro della società e non vi è ne libertà ne possibilià di sviluppo individuale o collettivo in uno stato di non diritto.
E' sicuramente troppo facile parlare... ma in alcuni casi è stato anche troppo facile far finta di niente...

Il Secolo